Il problema non è l’AI è che molte aziende la stanno subendo
Braking Financial Loss

Intervista al nostro digital marketing specialist

Mentre molti cercano ancora di “capire come funziona l’AI”, l’intelligenza artificiale ha già cambiato tutto: il modo in cui si cerca, si sceglie, si decide
e  soprattutto, il modo in cui Google interpreta chi siamo

Nel caos di keyword, contenuti “ottimizzati” e tecnicismi ormai superati, serve una nuova bussola, si chiama GEO — Generative Engine Optimization — e non è una formula magica, ma un cambio di prospettiva radicale

Ne abbiamo parlato con Fabio, il digital marketing specialist di Tesecom, che ci ha spiegato perché oggi non basta più farsi trovare… bisogna farsi capire, dalle persone, certo, ma prima ancora, dalle intelligenze che le guidano

“Siamo dentro a un cambiamento epocale,  ma la verità è che in tanti non se ne stanno neanche accorgendo.”

Fabio,  non usa giri di parole, da anni guida il team Digital Marketing di tesecom,  ma oggi — dice — il lavoro è cambiato, e pure il ruolo

Non è solo una nuova tecnologia?

No. Non è ‘una fase’, né una moda, l’intelligenza artificiale ha cambiato la struttura del mercato, non solo gli strumenti è come passare dal fuoco all’elettricità, e mentre succede, molti ancora si chiedono se ChatGPT scrive bene…”

E quindi qual è il vero rischio?

“Che mentre tu ti preoccupi della punteggiatura, lui — l’assistente AI — ha già parlato con il tuo cliente e magari ha pure deciso al posto suo.”

In che senso?

“Nel senso che oggi i contenuti non vengono letti: vengono interpretati e  la verità è che il marketing, come lo conoscevamo, è finito

La SEO classica è finita
Il funnel standardizzato è finito
Non è più questione di keyword o tone of voice è questione di essere presenti dentro la risposta generata dall’intelligenza artificiale
Perché è lì che avviene il vero contatto con il cliente.”

Cosa cambia per chi fa impresa?

“Tutto! Oggi non basta più esserci online, devi essere utile, leggibile, interpretabile, non per l’utente finale — o almeno, non solo per lui — ma per l’AI che gli filtra tutto, se non sei dentro quella risposta, semplicemente non esisti.”

È qui che entra in gioco la GEO?

“Esatto! GEO — Generative Engine Optimization — non è l’evoluzione della SEO, è un cambio di paradigma
Non si tratta di ‘ottimizzare per Google’, ma di costruire reputazione, credibilità, autorevolezza, una vera identità digitale che le AI riconoscono e valorizzano

Chi oggi scrive per scalare la SERP, è già vecchio, chi scrive per essere letto da una mente artificiale, è in anticipo.”

Cosa consigli a chi ha un’azienda e si sente spaesato?

“Cambiare, ora! Non per inseguire l’AI, ma per farsi scegliere da chi la usa, perché il punto non è più ‘esserci’
Il punto è diventare la risposta giusta, nel momento esatto in cui arriva la domanda.”

E se uno aspetta ancora?

“Domani si estingue, questa non è evoluzione, è selezione
Ma la buona notizia è che si può reagire: servono competenze nuove, strategia vera, e il coraggio di riscrivere le regole mentre si gioca.

Noi lo stiamo facendo tutti i giorni e chi lavora con noi, non resta indietro.”

Ultima domanda. Una frase per riassumere tutto?

“Siamo nati per cambiare, il resto, è silenzio.”